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Metodo

Gli ordini dell’amore

Primo ordine dell’amore: L’appartenenza ­- “Lo stesso diritto di appartenenza”

Tutti coloro che fanno parte della nostra famiglia hanno lo stesso diritto di appartenenza. Non appena viene rifiutata tale appartenenza a un membro della famiglia, si crea un disordine con conseguenze di vasta portata.

L’esempio più evidente è quando un membro della famiglia viene ucciso. Il modo più comune per farlo è l’aborto. Qualunque siano le giustificazioni, determina conseguenze di vasta portata nell’anima di compie questo atto, in questo caso principalmente nell’anima della madre, ma anche in quella degli altri membri della famiglia.

Un’altra forma di esclusione è quando un bambino viene dato in adozione. Oppure quando un bambino nato da un’altra relazione viene tenuto nascosto e quindi escluso. Ciò vale anche per i  bambini abortiti di cui non si parla.

Un altro esempio di negazione del diritto di appartenenza è quando un membro della famiglia viene escluso, perchè ci si vergogna. Come un bambino gravemente disabile oppure qualcuno che abbraccia un’altra fede o che si rende colpevole di qualcosa.

Le costellazioni familiari indicano che fanno parte della famiglia anche i bambini dimenticati. Come un bambino nato morto, ma anche un bambino morto per aborto spontaneo o un bambino che muore nel ventre materno.

La domanda è: quali sono le conseguenze quando si nega l’appartenenza a un membro della famiglia? Innanzi tutto è necessario chiarire chi fa parte della famiglia i cui membri godono del diritto di appartenenza? Le costellazioni familiari mostrano quali persone fanno parte della nostra famiglia e quindi devono essere riconosciute come suoi membri. Al di là della parentela di sangue, sono anche altre le persone che fanno parte della nostra famiglia:

Tutti i bambini, anche quelli abortiti, con aborto spontaneo o voluto, abbandonati o dimenticati. Contano anche i fratelli e le sorelle e i fratellastri e le sorellastre.

I genitori e i loro fratelli o sorelle, compresi quelli abortiti, abbandonati e dimenticati.

Precedenti partner dei genitori. Viene alla luce che essi sono rappresentati dai figli nati da una relazione successiva se non vengono considerati come appartenenti alla famiglia e accettati.

I nonni, ma senza i loro fratelli e sorelle, anche se vi sono delle eccezioni. Anche in questo caso devono essere considerati i precedenti partner dei nonni.

Inoltre – e si tratta di qualcosa di nuovo venuto alla luce grazie alle costellazioni familiari – fanno parte della famiglia tutti coloro dalla cui morte o perdita i membri della famiglia hanno tratto vantaggio. Hanno contribuito alla sopravvivenza dell’attuale famiglia e dei suoi discendenti.

Se dei membri della famigla si sono resi colpevoli della morte di altre persone, le vittime fanno parte della famiglia e ne deve essere accettata l’appartenenza.

Ciò vale anche al contrario. Se nella famiglia ci sono vittime uccise da persone esterne, anch’esse fanno parte della famiglia. Ciò è dimostrato dal fatto che se non vengono accettate, un membro successivo della famiglia le rappresenterà. Questi membri percepiscono quindi l’energia omicida dentro di sè anche se non sanno nulla delle vittime.

In realtà tutti coloro che rifiutiamo o nei confronti dei quali ci siamo resi colpevoli vengono rappresentati da un altro membro della famiglia. Per lo meno nei sentimenti , ma spesso anche nei comportamenti.

Le conseguenze dell’esclusione

Quando un membro della famiglia viene escluso, nella famiglia si sviluppa un movimento che ha come obiettivo quello di riportare il membro esluso o dimenticato all’interno della famiglia e assegnarli nuovamente il posto che gli compete. Fino a quel momento viene rappresentato da un altro membro della famiglia. La persona esclusa prende possesso di questa persona senza che essa se ne renda conto. Si tratta di un modo di farsi notare.

Anche chi lo rappresenta si sente escluso, fa propri i sentimenti e i sintomi del membro escluso e il suo destino. Nelle costellazioni familiari lo definiamo irretimento. Le costellazioni familiari portano alla luce questo irretimento, che può essere risolto accogliendo nuovamente nella famiglia il membro escluso.

Si nota che generalmente l’irretimento coinvolge un membro della famiglia che non è in alcun modo responsabile dell’eslusione. Spesso la persona irretita fa parte di una o due generazioni successive. Viene scelta da un’altra forza, al di là delle nostre idee di colpa o innocenza.

In questo senso l’irretimento è impersonale, tiene conto dell’insieme. Il suo obiettivo è quello di ripristinare l’ordine e di riunire ciò che era diviso.

Non vengono dunque coinvolti solo i responsabili del ripristino dell’ordine, ma anche i loro successori. Molti problemi all’interno della famiglia, intesa nel senso più ampio del termine, nascono dalla violazione dell’ordine. Lo stesso ddiritto di appartenenza viene imposto da una forza superiore.

 

Secondo ordine dell’amore: La gerarchia – “Ordine di pace”

Il secondo ordine fondamentale dell’amore è che ognuno di noi occupa un posto ben preciso all’interno della famiglia. Si tratta di un ordine gerarchico. Quindi alcuni occupano un ordine superiore e vengono per primi mentre altri sono inferiori e vengono dopo.

Cosa determina la gerarchia? Il tempo di appartenenza. Chi era membro della famiglia da prima, ha la precedenza rispetto a coloro che sono venuti dopo. La forza che porta tutto alla vita, lo ha chiamato in vita prima di coloro che sono venuti dopo.

In questo senso i genitori vengono prima dei figli, il primogenito viene prima del secondogenito e così via. Quando qualcuno che viene dopo si erge al di sopra di coloro che sono venuti prima, viola la gerarchia.

Ognuno occupa un posto ben preciso all’interno della famiglia. Nessuno può contendergli tale posto ergendosi al di sopra di chi viene prima o cercando di scacciarlo dal suo posto.

Spesso la nostra cultura non rispetta la gerarchia che viene sovente scavalcata invocando la libertà personale o il diritto di svilupparsi secondo le proprie idee.

Le conseguenze di questa violazione sono terribili. Decidono del successo o dell’insuccesso e spesso anche della vita e della morte. Le conseguenze mostrano che si tratta di un ordine divino che non può essere violato senza conseguenze gravi per se stessi e per gli altri.

Le costellazioni familiari portano alla luce questi ordini. Ripristinarli costituisce il presupposto per riuscire nella vita e per qualsiasi altro successo.

Le conseguenze della violazione della gerarchia

La pena per la violazione della gerarchia è la morte, nel senso più ampio del termine. Questo può spaventare soprattutto perchè, generalmente, la gerarchia non viene rispettata inconsapevolmente o per amore.

Quando un bambino si rende conto dentro di sé che un genitore è attratto dalla morte, per qualsiasi motivo, afferma nella propria anima: “Meglio io che tu”. Ciò significa ad esempio:

“preferisco ammalarmi io al tuo posto”.

“preferisco morire io al tuo posto”.

“preferisco pagare io per una trasgressione al tuo posto”.

“preferisco sparire io al tuo posto”

“preferisco uccidermi io al tuo posto”.

Ma un bambino occupa una posizione inferiore nella gerarchia rispetto ai genitori. Se vuole morire per loro, si erge al di sopra di essi, come se potesse disporre della loro vita e della loro morte. Pronunciando queste frasi interiori si mette al primo posto invece dei genitori.

 

“L’innocenza”

Il bambino non si rende però conto di ergersi sopra ai genitori. Lo fa con un amore che è pronto a sacrificare la propria vita per loro. Questo amore conduce alla morte, senza che nessuno possa farsi carico del loro destino.

Qui dobbiamo fermarci un attimo in quanto la portata di questo ordine e la sua violazione contraddicono la fede alla base della religione cristiana che predica l’amore che sacrifica la propria vita per l’altro e che promette come ricompensa la salvezza eterna.

Le costellazioni familiari indicano che questo amore è destinato a fallire. Non: Ognuno si faccia del peso dell’altro”, ma: “Ognuno si faccia carico del proprio destino e delle conseguenze del proprio comportamento, senza addossarli ad altri”. Solo così rimane grande e ha dignità. Solo così lascia liberi coloro che vogliono prendere il suo posto di accogliere il proprio destino e la propria vita.

 

L’amore più grande

Dov’è qui l’amore più grande? L’amore più grande non è arrogante e non si erge al di sopra degli altri. Allo stesso tempo indica a ognuno il proprio posto. Dove? In basso.

Le costellazioni familiari mostrano che alla fine tutti siamo grandi uguali. E’ questo che viene alla luce alla fine di una rappresentazione. Qual’è il risultato di questa gerarchia dell’amore? Ognuno resta al proprio posto. Il rispetto della gerarchia è la condizione del successo in tutti i rapporti. Supera i conflitti e conduce alla riconciliazione. Si rivela essere un ordine di pace.

 

Altri ordini dell’amore: Dare e prendere

Molti pensano di essere liberi nell’amore, invece l’amore segue degli ordini. Così come la vita, anche l’amore, per avere successo, deve seguire determinati ordini. Seguiamo molti ordini dell’amore istintivamente. Ne siamo consapevoli. Sappiamo che se li violiamo, l’amore ne risente. Ciò vale soprattutto per il fondamento di qualsiasi amore, quello tra uomo e donna. Uno degli ordini dell’amore è la compensazione tra dare e prendere. Altri ordini ci restano sconosciuti e quindi non li rispettiamo. Poi ci meravigliamo se l’amore non funziona nonostante tutti i nostri sforzi. Molti degli ordini dell’amore nascosti sono venuti alla luce grazie alle costellazioni familiari e altre prospettive donate indipendentemente da esse, come quelle sugli effetti della coscienza e sui movimenti dello spirito.

L’ordine di dare e prendere ci viene imposto dalla coscienza. Serve alla compensazione tra dare e prendere e quindi allo scambio nei rapporti. Non appena riceviamo o prendiamo qualcosa da qualcuno, ci sentiamo obbligati a dare anche noi qualcosa di pari valore. Quindi ci sentiamo in debito nei confronti dell’altro finchè non gli restituiamo qualcosa di equivalente. Solo allora ci sentiamo innocenti e liberi nei suoi confronti. Questa coscienza non ci dà pace finchè non compensiamo ciò che abbiamo ricevuto. Tutti i movimenti della coscienza vengono percepiti in qualsiasi ambito come colpa e innocenza. Di seguito ecco quelli legati al dare e al prendere.

Dare e prendere con amore

Quando qualcuno mi da qualcosa e io compenso, ad esempio pagandone pienamente il prezzo, il rapporto è finito. Ognuno va per la sua strada.

Se pago troppo poco invece il rapporto continua. Da una parte perchè continuo a sentirmi in debito nei confronti dell’altro e, dall’altra, per il fatto che quest’ultimo si aspetta qualcosa da me. Solo quando ho compensato pienamente siamo entrambi liberi.

Diverso è fra coloro che si amano. Oltre al bisogno di compensazione entra in gioco anche l’amore. Quindi non appena ricevo qualcosa da una persona che amo, le restiutisco di più di ciò che ho ricevuto. Di conseguenza l’altro si sente di nuovo in debito nei miei confronti, ma perchè mi ama, mi darà qualcosa in più di quanto previsto dalla compensazione. In questo modo cresce il volume di dare e prendere fra coloro che si amano e quindi la profonditò del loro rapporto.

Disordini nel dare e nel prendere

Ho giò citato un disordine: restituisco meno di quanto ho preso.

Lo stesso vale anche al contrario, quando do all’altro più di quanto possa o voglia restituire.

Molti credono che sommergere l’altro d’amore sia una particolare forma d’amore. Ad esempio quando cercano di dare più di quanto l’altro possa sopportare. In questo modo compromettono l’equilibrio nel rapporto. L’altro fatica a ripristinare l’equilibrio.

Qual’è il risultato? Colui che ha ricevuto troppo abbandona il rapporto. Non rispettare le giuste proporzioni causa il contrario di ciò che chi dà si augura.

I rapporti di coppia in cui uno dà più di quanto prende sono destinati a fallire come anche quelli in cui uno prende più di quanto può o è disposto a dare. Ad esempio se è disabile. Tuttavia esiste una compensazione anche in questo caso, quando il disabile riconosce di dover prendere di più di quanto può dare e, invece di avanzare pretese, ringrazia l’altro con tutto il cuore. Anche il ringraziamento è una forma di compensazione.

 

Compensare trasmettendo ciò che si è ricevuto

Non sempre possiamo compensare restituendo all’altro qualcosa di pari valore. Chi può restiutire ai propri genitori qualcosa di pari valore? O a un insegnante che lo ha aiutato per anni? Ci sentiamo in debito con loro per tutta la vita.

Molti vogliono sottrarsi alla pressione di questo debito, rifiutandosi di contiunuare ad accettare. Si privano di ciò che potrebbero ricevere, perchè la pressione della sensazione di essere in debito diventa troppo forte. Rifiutano la vita, invece di accettarla pienamente.

C’è un modo semplice per compensare anche in questi casi. Invece di rifiutare qualcosa, la trasmettiamo agli altri. Soprattutto ai figli, ma anche in molti altri modi al servizio della vita.

Tutti si sentono bene, coloro che danno e quelli che prendono.